Il sindaco si riprende la fascia tricolore
Dopo la deroga al patto di stabilità, rientra la protesta di Marzio Bresciani
Il sindaco di Castellammare del Golfo ha di nuovo la sua fascia tricolore. Stamattina Marzio Bresciani ha ritirato la fascia tricolore che il 24 giugno aveva consegnato al Prefetto, per protestare simbolicamente contro l’impossibilità di rispettare il patto di stabilità in un Comune proveniente da commissariamento. La manovra finanziaria, approvata con un emendamento che consente al Comune di usufruire di una deroga nell'esercizio finanziario rispetto ai vincoli del patto di stabilità, fa rientrare la protesta del sindaco Marzio Bresciani, che stamattina ha voluto ritirare la fascia dalle mani del Prefetto Stefano Trotta (che a breve lascerà Trapani). «Adesso sarà di nuovo possibile assicurare i servizi essenziali. Sono stato davvero felice di riprendere la fascia tricolore che, con amarezza, avevo consegnato al Prefetto- dice il sindaco Marzio Bresciani-. L’azione di protesta è servita a richiamare l’attenzione sull’impossibilità di rispettare i vincoli del patto di stabilità in un Comune commissariato. Avevo chiesto con forza la deroga alla norma per difendere il mio Comune ed i miei cittadini da una situazione anomala. Adesso stiamo lavorando per cercare di tornare alla normalità e per questo ringrazio il Prefetto, Dottor Stefano Trotta, e tutti i politici, in particolare il senatore D’alì, che si sono spesi a sostegno dell'amministrazione». Il Prefetto Trotta, al sindaco ed alla delegazione di assessori presente a Trapani, ha detto di essere lieto di riconsegnare la fascia tricolore.
IL PORTAVOCE DEL SINDACO
(Annalisa Ferrante)
Signor Sindaco
RispondiEliminaIn questo mio intervento non voglio citare articoli e commi, voglio spogliarmi della mia veste di libero professionista e rivolgermi a lei da ipotetico cittadino qualsiasi, le opposizioni legali le ho fatte in opportuna sede.
Perché vuole espropriarmi di diritti acquisiti per legge in tanti anni? Non permetta che al danno venga aggiunta la beffa.
Prima potevo organizzarmi la vita in modo più consono alle mie condizioni economiche, potevo decidere che era tempo di pensare a costruirmi una casa e quindi di rivolgermi ad un professionista per predisporre il progetto, sapevo che ci voleva del tempo fra Comune, Soprintendenza, Genio Civile ma questo faceva parte del mio programma; pagando il progettista, il geologo, il Calcolista e gli oneri concessori non è che rimaneva tanto per cominciare a costruire anche perché se ritiravo la concessione avevo solo un anno per cominciare e poi tre anni per completare le opere. Si, al Nord è normale ma da noi no. Da noi, da sempre, una casa si è costruita in tempi notevolmente più lunghi. Ma la legge non mi impediva di aspettare il tempo che mi faceva comodo per ritirare la concessione edilizia d'altronde non facevo danno a nessuno, tanto meno all’amministrazione, e al massimo rischiavo di dover ripetere l’esame della C.C.E. se nel frattempo fosse cambiata qualche norma.
Quel lasso di tempo era un polmone importante.
Lo so, non tutti vogliono allungare i tempi, ci sono quelli che hanno soldi e fretta e allora il buon governo regionale nel lontano 1994 decideva di dare una opportunità (non un obbligo) al cittadino che aveva fretta dandogli la possibilità di avvalersi del silenzio assenso; in pratica, solo nel caso in cui avesse deciso di avvalersene presentava la sua bella perizia giurata, il pagamento degli oneri concessori ed andava a costruire sotto la sua responsabilità.
Appunto, sotto la sua totale responsabilità e si sa per costruire in questo comune bisogna saper leggere le leggi nazionali, intersecate con quelle regionali, intercalate con i regolamenti locali e le norme di attuazione, farcite da centinaia di circolari, pareri DRU e sentenze di TAR e Cassazione. E allora qualche timore di dover demolire tutto dopo aver finito può venire e quindi rifletto : - perché devo avvalermi del silenzio assenso? Io voglio la sicurezza che tutti siano convinti del mio progetto, voglio una concessione rilasciata dall’amministrazione competente, aspetterò un tempo maggiore ma vado a costruire in serenità.-
Ad un tratto mi sento dire che la mia pratica è stata archiviata perché io non ho cominciato i lavori entro un anno dai 120 giorni dalla presentazione. Prima mi dite di pazientare, di essere comprensivo e poi mi si viene a dire che la mia pratica è troppo vecchia e viene archiviata senza nemmeno guardarla e con l’assurda motivazione che SI PRESUME CHE DOPO TANTO TEMPO IL CITTADINO ABBIA PERSO L’INTERESSE ALLA PRATICA!!!!
Si resta basiti di fronte a tanta mancanza di rispetto per un popolo che sperava di aver trovato il condottiero coraggioso, inflessibile e giusto per riappropriarsi della propria città e dei diritti civili.
Eppure questa possibilità mi viene ora negata. Da questo momento la stragrande maggioranza delle concessioni edilizie, in base alle disposizione emanate con la Determinazione U.T. n. 1354 e vista la solita carenza di personale, saranno rilasciate tutte con il silenzio assenso e a questo punto, in base al ragionamento riportato nella determina sopra citata, ci sarebbe un fantomatico obbligo di cominciare entro l’anno a pena di decadenza del titolo. Mi viene di fatto espropriato il diritto che avevo fino a ieri di aspettare un congruo lasso di tempo per ritirare la concessione. Nessuna norma obbliga il ritiro immediato, anzi prevede questo caso dando la precisa e scontata indicazione che nelle more del ritiro un eventuale cambiamento di norme rende necessario il riesame da parte del C.C.E.
Vedrà se non sarà così.
( ..... segue commento ...)
(.... segue da precedente commento ....)
RispondiEliminaIo non riesco a capire perché ha voluto fare il Sindaco. Detesta i cittadini che per lei sono tutti mafiosi o collusi, non attua la trasparenza tanto sbandierata durante i comizi, non si occupa della ordinaria ingiustizia assumendo atteggiamenti da Duce con la scusa che siamo in emergenza e quindi vanno prese decisioni impopolari. Ma ha mai considerato che l’unico fine dell’amministrazione è il benessere e la protezione dei cittadini? Non ci vuole solo repressione ma questa deve essere finalizzata esclusivamente ad un ritorno di benessere sociale che continuiamo ad aspettare mentre ci sentiamo repressi e siamo prevaricati da una burocrazia che non riesce nemmeno ad amministrare se stessa.